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sabato 9 ottobre 2010
L'inflazione distrugge i risparmi
Ora, dopo la notizia di ieri sull'inflazione è giusto diradare le nebbie che avvolgono questo argomento. Infatti molto spesso la suddetta questione viene minimizzata con un "tocco rassicurante" da parte del prestigiatore di turno; il discorso si stagna perennemente in un circolo (l'inflazione causa l'aumento dei prezzi, l'aumento dei prezzi causa l'inflazione). Un cane che si morde la coda, all'apparenza.
Grazie a questa dissertazione di Mises, invece, possiamo osservare cosa rappresenta per le persone l'inflazione: tassa occulta e sotterfugio per sottrarre ricchezza dai risparmi del popolo.
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di Ludwig von Mises & Bettina Bien Greaves
Tutto ciò che è fatto dal governo contro il potere d'acquisto dell'unità monetaria è, nelle condizioni presenti, fatto contro la classe media e la classe operaia. Solo queste persone non lo sanno. E questa è la tragedia. La tragedia è che i sindacati e tutte queste persone stanno sostenendo una politica che rende tutti i loro risparmi inutili. E questo è il grande pericolo dell'intera situazione.
Le condizioni in cui le persone stanno vivendo nei paesi occidentali industrializzati, il che oggi vuol dire praticamente tutti i paesi dove lo standard della civiltà ha fatto alcuni progressi dal sedicesimo o dal diciassettesimo secolo, le masse sono in una posizione, fortunatamente, in cui negli anni sono in grado di lavorare e godere di buona salute, provvedendo a questa situazione finchè negli ultimi anni di vita non prevarrà una condizione di assoluta inabilità al lavoro, e la relativa capacità di svolgere un lavoro diminuirà a causa della vecchia età o di altri cambiamenti.
Nelle condizioni odierne, queste persone possono solo provvedere per la loro vecchia età o stipulando contratti di lavoro che danno loro una pensione per gli ultimi anni, o possono risparmiare parte delle loro entrate ed investirle in un qualche modo da poterle utilizzare negli ultimi anni. Questi investimenti possono essere sia semplici risparmi depositati in banca, sia polizze assicurative sulla vita, oppure obbligazioni, per esempio, i bond del governo che in molti paesi sembrano perfettamente sicuri. In tutti questi casi il futuro di queste persone che provvedono così per la loro vecchiaia, per le loro famiglie e figli, è strettamente connesso con il potere d'acquisto dell'unità monetaria.
L'uomo che possiede una proprietà agricola, produttrice di olio o cibi, o l'uomo d'affari che possiede un'industria è in una posizione differente. Quando i prezzi dei prodotti che sta vendendo salgono a causa dell'inflazione, non sarà danneggiato nello stesso modo in cui altre persone sono danneggiate. Il possessore di un titolo ordinario vedrà che, in linea di massima, la maggior parte di questo titolo ordinario salirà nel prezzo allo stesso livello che i prezzi dei beni saliranno a causa dell'inflazione.
Discorso differente per le persone con entrate fisse. La persona che è andata in pensione 25 anni prima con una pensione annuale, diciamo di 3,000$, era in linea di massima in una buona situazione o si credeva fosse in una buona situazione. Ma ciò in un tempo quando i prezzi erano più bassi rispetto ad oggi. Non voglio dire di più riguardo questa situazione e le conseguenze e gli effetti dell'inflazione per le persone.
Ciò che voglio puntualizzare è che il più grande problema oggi è precisamente questo, sebbene le persone non se ne accorgano. Il pericolo è causato dal fatto che le persone considerano l'inflazione come qualcosa che danneggi altre persone. Si rendono conto molto bene che anche loro devono soffrire perchè i prezzi dei beni che stanno comprando salgono in continuazione, ma non si rendono conto pienamente che il più grande pericolo per loro è precisamente l'inflazione progressiva e l'effetto che avrà sul valore dei loro risparmi.
In tutta l'Europa oggi si vede malcontento a causa del fatto che le masse europee stanno scoprendo che loro sono state le perdenti in tutte queste operazioni finanziarie, le quali sono state considerate dai loro governi come una cosa meravigliosa. E, di conseguenza, per dare la possibilità alle masse di essere partecipi al miglioramento delle condizioni economiche e renderle partner, vere partener, nel grande sviluppo della produzione industriale che sta avvenendo praticamente già in tutti i paesi d'Europa e del Nord America, incluso anche il Messico, è necessario abbandonare la politica dell'inflazione.
Il grande malcontento che oggi è caratteristico di tutto ciò che avviene in Europa, le idee rivoluzionarie delle masse, specialmente dei figli della classe media che stanno studiando all'università, sono causate dal fatto che i governi europei, con l'eccezione forse del governo della piccola nazione della Svizzera ed altre simili piccole nazioni, negli ultimi 60 anni si sono imbarcati ancora ed ancora in una politica di inflazione senza limiti.[1]
Quando si parla delle condizioni della Francia, non si dovrebbe guardare a cosa l'inflazione effettivamente rappresenta. I francesi erano nel giusto quando, nel diciannovesimo secolo ed all'inizio del nostro secolo, dichiararono che la stabilità sociale ed il benessere della Francia era di gran lunga basato sul fatto che la poplazione francese era in possesso di bond emanati dal governo e perciò consideravano il benessere finanziario del paese, del governo, come un proprio vantaggio finanziario. Ed ora ciò è stato distrutto.
I francesi che non erano in affari in prima persona, per esempio, la maggioranza della popolazione, erano fanatici risparmiatori. Tutti i loro risparmi furono distrutti quando la tremenda inflazione ridusse il valore del franco praticamente a niente. Il france francese non sarebbe completamente crollato a zero, ma per un francese, che prima aveva 100$ si ritrovava poi con solo 1$ -- per un simile francese, la differenza non era molta. Solo poche persone possono ancora considerare se stesse proprietarie di alcune proprietà quando quest'ultima è ridotta all'1% di quello che era prima.
Parlando dell'inflazione non dovremmo dimenticare che oltre le conseguenze recate dalla distruzione dello standard monetario di un paese, c'è il pericolo che privando le masse dei loro risparmi le si possa rendere disperate. Per decadi sarebbero stati in pochi a concordare su questa posizione. Ciò nonostante ero sorpreso oggi nel leggere su Newsweek che la maggioranza delle persone nella nazione non sono interessate nella preservazione del potere d'acquisto dell'unità monetaria. Sfortunatamente l'articolo non diceva che la distruzione dei risparmi delle masse era un problema molto più serio rispetto la famosa guerra dichiarata alla povertà. E' ridicolo per il governo finanziare una "guerra alla povertà"[2] tassando, inflazionando, spendendo e così sacrificando i risparmi delle persone che stanno provando a migliorare la loro condizione attraverso i propri sforzi.
Questa è una delle tante contraddizioni che abbiamo nel nostro sistema politico, non quello economico. Per spiegare quello che ho in mente, si consideri la terribile contraddizione del governo americano quando dice: "Dobbiamo dichiarare guerra alla povetà. Sicuramente molte persone sono povere e dobbiamo renderle più ricche". E nonostante tutto questo, il governo tassa le persone per rendere il pane più costoso. Si dirà: "Così il pane è più costoso; questa è un'eccezione". Ma non è un'eccezione! Il governo americano spende anche miliardi di denaro delle tasse per rendere il cotone più costoso. Il cotono sicuramente non è un bene di lusso; forse lo è se comparato col pane, ma il governo fa la stessa cosa, segue la stessa politica, col pane.
La vera guarra alla povertà era la rivoluzione industriale e l'industrializzazione delle industrie moderne. All'inizio del diciannovesimo secolo scarpe e calze erano beni di lusso per la maggior parte delle persone nell'Europa continetale; non erano articoli di uso quotidiano. E la condizione di queste persone non era migliorata dalla tassazione, prendendo il denaro o le scarpe dal ricco e dandole al povero. Era l'industria delle calzature, non le ricchezze del governo, che migliorarono la condizione dei poveri, che realizzarono un cambiamento rivoluzionario nelle condizioni delle persone.
Uno statista potrebbe dire: "Se avessi più denaro da spendere potrei fare cose che mi renderebbero molto popolare nel mio paese". Il governo prova a rendersi popolare facendo queste cose, ma la tecnica che usa è quella di spendere; e poi tenta di attribbuire a se stesso i buoni risultati di una spesa. Una spesa non sempre è buona. Qualche volta una spesa è solo comprare bombe e gettarle su un paese straniero.
Ma se una spesa è benefica, diciamo se crea la possibilità di migliorare alcune cose nel paese, allora lo statista dice: "Vedete, non avete mai avuto una così bella vita come quella che fate sotto il mio governo. Ci sono alcune persone cattive, alcuni inflazionisti, alcuni approfittatori, ma io non ho niente a che fare con loro. Ciò non è colpa mia". E così via.
La nostra situazione economica dipende largamente dalla relazione del governo e del partito politico che governa o dei partiti coi sindacati. Abbiamo l' "inflazione", nel senso di prezzi più alti, costruita nel nostro sistema economico perchè i sindacati ogni anno, ogni due anni, o in casi eccezionali ogni tre anni, chiedono un'aumento dei salari. La grande maggioranza dei lavoratori chiede continuamente un'aumento dei salari e sostiene che i salari possono essere manipolati ad libitum, secondo la volontà, dal governo.
I sindacati hanno il potere, usando la violenza, con l'aiuto di certe leggi e di certe istituzioni a Washington, di forzare le persone ad essere d'accordo con le loro richieste di salario. Se i salari non continuano a salire, nessuno sa quello che accadrà. L'unica soluzione possibile al problema dell'inflazione è un'aperta opposizione ai sindacati ed all'idea che salari più alti sono l'unico modo per migliorare la condizione delle persone. Gli iscritti al sindacato dovrebbero anche realizzare che le loro condizioni migliorerebbero se i prezzi delle cose che vogliono comprare diminuiscono, anche se i loro salari non aumentano. Non voglio dire niente di più su questo problema, eccetto aggiungere che il governo lo ha iniziato quando ha dato il via all'aumento della quantità di denaro stampandolo.
Per dare un'esempio di come l'inflazione distrugga i risparmi: c'era in un paese europeo un ragazzo povero educato in un rifugio per orfani, molto ben educato perchè quando concluse la scuola e la sua vita all'orfanotrofio emigrò negli Stati Uniti. Nel corso di una lunga vita accumulò una fortuna considerevole producendo e vendendo qualcosa che aveva molto successo. Quando morì, dopo aver vissuto 45 anni negli Stati Uniti, lasciò una considerevole fortuna di 2,000,000$. Non tutti lasciano un simile patrimonio; questa era sicuramente un'eccezione.
Quest'uomo scrisse un testamento in cui i 2,000,000$ dovevano essere rimandati in Europa per costruire un altro orfanotrofio come quello in cui l'uomo fu educato. Tutto ciò prima della Prima Guerra mondiale. Il denaro fu mandato in Europa. Secondo le consuete procedure doveva essere investito nei bond del governo di quel paese, l'interesse doveva essere pagato ogni anno per poter mantenere in piedi il rifugio per orfani. Ma venne la guerra e l'inflazione. E quest'ultima ridusse a zero questa fortuna di 2,000,000$ investiti in marchi europei -- semplicemente a zero.
Per dare un altro esempio: un tedesco che nel 1914 possedeva una fortuna che era equivalente a 100,000$, nove anni dopo gli rimase in tasca solo mezzo centesimo forse, o qualcosa del genere, o cinque centesimi -- non fa alcuna differenza; perse tutto.
E ci furono simili esperienze nelle università europee. Per esempio, parecchie fondazioni furono allestite nel corso dei secoli da persone che volevano concedere la possibilità ai ragazzi poveri di studiare nelle università e di ottenere ciò che avevano realizzato dalla buona istruzione che avevano conseguito all'università. E cosa successe? In tutti questi paesi, Germania, Francia, Austria ed Italia, venne una grande inflazione. E questa inflazione di nuovo distrusse questi investimenti. Per il beneficio di chi? Per il beneficio, ovviamente, del governo. E cosa ci fece il governo con quei soldi? Li spese; li gettò al vento.
Le persone ancora credono, comunque, che distruggere il valore dell'unità monetaria sia qualcosa di non nocivo per le persone. Ma invece lo è. E sono proprio le masse ad essere colpite per prime. Non c'è modo migliore di causare una tremenda rivoluzione che distruggere i risparmi delle persone che sono investiti nei depositi a risparmio, nelle polizze assicurative, e così via.
Un esempio di cosa io voglia dire è fornito dal presidente della banca di Vienna. Mi disse che quando era un giovane di 20 anni stipulò una polizza assicurativa sulla vita molto grande rispetto alle sue condizioni economiche del tempo. Si aspettava che quando avrebbe finito di pagarla sarebbe diventato un borghese benestante. Quando raggiunse il sessantesimo compleanno, la polizza maturò. L'assicurazione, che era una gigantesca somma quando la stipulò 35 anni prima, era sufficiente a pagare una corsa in taxi per andare all'ufficio in cui avrebbe ritirato la polizza di persona.
Ora, cosa successe? I prezzi salirono, ma la quantità monetaria della polizza rimase la stessa. Infatti per molte molte decadi egli risparmiò. Per chi? Per il governo affinchè spendesse e devastasse.
Se si parla di una catastrofe del denaro, bisogna sempre tenere a mente una totale rottura del sistema valutario. Tale cosa accadde in questo paese nel 1781 con la cosidetta "valuta continentale". Ed accadde in molti altri paesi in seguito, per esempio, il più famoso fenomeno inflazionistico, il crollo del marco tedesco nel 1923. Questi cambiamenti non sono gli stessi, non allo stesso livello nei vari paesi. Ma non si dovrebbe nemmeno esagerare nel differenziare gli effetti causati da grandi fenomeni inflazionistici rispetto a quelli di piccola portata. Gli effetti di una "bassa inflazione" sono altrettanto dannosi.
Dobbiamo capire che nell'economia di mercato, nel sistema capitalistico, tutte le relazioni tra gli uomini che non sono semplicemente personali e profonde, tutte le relazioni interpersonali, sono espresse, fatte, considerate in termini di denaro. Un cambiamento nel potere d'acquisto colpisce tutti e non in un modo che si potrebbe dire benefico se tale potere d'acquisto va su o giù.
Tutte le nostre connessioni, le relazioni tra individuo/Stato e tra individuo/individuo, sono basate sul denaro. E ciò è vero non solo per i paesi capitalisti. E' vero per tutti i tipi di condizioni. Per esempio, nei paesi a predominanza agricola, in cui prevalgono fattorie medie e piccole, è usuale, necessariamente usuale, che alla morte del proprietario di una simile fattoria uno dei suoi figli prenda il suo posto e gli altri figli, fratelli e sorelle, ereditino solo una parte della fattoria.
La persona che prende la fattoria deve consegnare agli altri nel corso della sua vita, passo dopo passo, la parte dell'eredità che è di loro proprietà. Ciò vuol dire che l'uomo che eredita la fattoria ci guadagna ne più ne meno come gli altri membri della famiglia. Ma quando tutto ciò è pianificato trasferendo la proprietà a un erede e dando agli altri rivendicazioni in termini di denaro, richieste che devono essere sistemate nel corso degli anni, se c'è un'inflazione progressiva, la parte dell'uomo che prende la fattoria aumenta e le parti degli altri fratelli e sorelle affonda.
Abbiamo avuto in questo paese, in continuazione per diversi anni, un diretto incremento inflazionistico nella quantità del denaro in circolazione. Comunque, le condizioni sono influenzate da questa situazione. C'è stato un'aumento generale dei prezzi. L'avete sentito; L'avete letto; le persone paragonano i prezzi e ne parlano abbastanza.
Ma non dovrei esagerare sul cosa è già successo al dollaro. Ciò che è già successo al dollaro non è ancora un qualcosa che rende una catastrofe inevitabile. Se si andasse in certi altri paesi -- Brasile o Argentina, per esempio -- ci si troverebbe in un paese che ha di certo inflazione, ma di più grande portata. E se si chiede ad un uomo in Brasile quale moneta egli consideri stabile e che non crolla dal punto di vista del potere d'acquisto, egli risponderebbe: "Il dollaro statunitense...è meraviglioso!" Ovviamente lo è, quando comparato con la moneta del paese in cui vive l'uomo.
Il problema del denaro, il problema pratico del denaro oggi sull'intero pianeta è precisamente questo: i governi credono che nella situazione che ho precedentemente evidenziato, quando c'è da scegliere tra una tassa impopolare ed una spesa molto popolare, c'è una via d'uscita -- la via verso l'inflazione. Ciò illustra il problema dell'allontanamento dal gold standard.
Il denaro è il fattore più importante in un'economia di mercato. Il denaro fu creato dall'economia di mercato, non dal governo. E' stato un prodotto scaturito dal fatto che le persone hanno sostituito passo dopo passo un comune mezzo di scambio con un diretto scambio. Se il governo distrugge la moneta, non solo distrugge qualcosa di estremamente importante per il sistema -- i risparmi che le persone hanno messo da parte per investire e per prendersi cura di loro stessi in momenti d'emergenza -- distrugge anche lo stesso sistema. Le politiche monetarie sono il centro della politica economica. Così tutte le chiacchiere sul miglioramento delle condizioni, sul rendere ricche le persone tramite l'espansione del credito, con l'inflazione, sono futili!
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
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Note
[1] Mises si riferiva alle rivolte srudentesche che ebbero luogo a Parigi nella primavera del 1968. Gli inglesi svalutarono la sterlina da 2,80$ dollari a 2,40$ il 18 novembre 1967, mentre a marzo dello stesso anno ci fu una crisi internazionale dell'oro. I francesi volevano tornare al gold standard. A maggio "gli studenti rivoltosi della Sorbonne e di altre parti insorsero, battagliarono con la polizia e furono affiancati da 10,000,000 di operai che lanciarono sciperi in tutta la nazione i quali coinvolsero molte industrie. La nazione fu quasi completamente paralizzata". Infine dopo che aumenti di paga furono assegnati, gli scioperi vennero revocati ed i carri armati richiamati; la normalità tornò agli inizi di giugno. Vedere World Almanac, 1969, pp. 63, 72, 512-513.
[2] Il presidente Lyndon Johnson l'8 gennaio 1964 nel suo discorso all'Unione degli Stati, annunciò una "categorica guerra alla povertà". Il denaro sarebbe stato specialmente assegnato per "l'area appalachiana perennemente indigente" (World Almanac, 1965, p. 142). A dicembre dello stesso anno, il Congresso si appropriò di 784,2$ milioni per vari progetti nell'area appalachiana ed in altre parti di 10 Stati, principalmente per autostrade e nuovi lavori (World Almanac, 1965, pp. 42, 47).
Estratto da Ludwig von Mises on Money and Inflation: A Synthesis of Several Lectures compilato da Bettina Bien Greaves. Questa lezione fu data alla Foundation for Economic Education (FEE).
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