Bibliografia

lunedì 25 ottobre 2010

L'Economia di Mercato Influenzata dalla Ricorrenza del Ciclo Economico

Un prezioso estratto dal capitolo 20 dell'Azione Umana, dove viene spiegato eccellentemente come le crisi del mercato siano nient'altro che componenti di cicli ricorrenti dovuti ad investimenti sbagliati e boom artificialmente creati. La "crisi" non è altro che la "volontà" del mercato di ridirezionare l'economia verso affari che i consumatori ritengono sensati. Da ciò si può arguire quanto sia deletereo, artificioso ed inutile per una vera ripresa il quantitative easing da poco annunciato da Bernanke.
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di Ludwig von Mises


La popolarità dell'inflazione e dell'espansione del credito, l'ultima fonte dei ripetuti tentativi di rendere le persone benestanti tramite l'espansione del credito, e così la causa delle fluttuazioni cicliche del mondo degli affari, si manifesta chiaramente nella consueta terminologia. Il boom è chiamato buon business, prosperità e ripresa. La sua conseguenza inevitabile, il riassestamento delle condizioni verso i dati reali di mercato, è chiamato crisi, crollo, cattivo business, depressione. Le persone si ribellano contro l'idea che l'elemento disturbante deve essere visto negli investimenti sbagliati e nel sovraconsumo durante il periodo di boom e che tale boom artificialmente indotto è destinato ad affondare. Cercano la pietra filosofale per farlo durare.

E' già stato evidenziato in quale aspetto siamo liberi di chiamare il progresso economico, miglioramento nella qualità ed incremento nella quantità dei prodotti. Se applichiamo questa pietra di paragone alle varie fasi delle fluttuazioni cicliche del mondo degli affari, dobbiamo chiamare il boom regresso e la depressione progresso. Il boom spreca tramite gli investimenti sbagliati gli scarsi fattori di produzione e riduce le scorte disponibili attraverso il sovraconsumo; le sue presunte benedizioni sono pagate con l'impoverimento. La depressione, dall'altro lato, è il ritorno ad uno stato di affari in cui tutti i fattori di produzione sono impiegati per la miglior soddisfazione dei più urgenti bisogni del consumatore.

Tentativi disperati sono stati compiuti per trovare nel boom alcuni positivi contributi al progresso economico. La spinta è stata sovrapposta al ruolo che il risparmio forzato gioca nella previsione dell'accumulo di capitale. La discussione è infruttuosa. E' stato già mostrato che è molto discutibile se il risparmio forzato possa mai raggiungere una quantità talmente superiore da controbilanciare una parte del consumo di capitale generato dal boom. Se coloro che lodano gli effetti benefici del risparmio forzato fossero coerenti, invocherebbero un sistema fiscale che sovvenzionerebbe il ricco dalle tasse raccolte da persone con modeste entrate. Il risparmio forzato raggiunto tramite questo metodo sosterrebbe un netto incremento nella quantità del capitale disponibile, senza simultaneamente causare il consumo di una più grande parte del capitale.

Gli invocatori dell'espansione del credito hanno ulteriormente sottolineato che alcuni degli investimenti sbagliati fatti durante il boom successivamente diventano proficui. Questi investimenti, essi dicono, sono stati fatti troppo presto, per esempio in una data in cui lo stato dell'offerta aggregata di beni capitali e le valutazioni dei consumatori non avrebbe ancora permesso la loro realizzazione. Tuttavia la devastazione causata non sarebbe stata così tremenda, poichè questi progetti avrebbero preso vita comunque in una data futura. Si potrebbe dire che questa descrizione è adeguata riguardo ad alcuni esempi di investimenti sbagliati indotti dal boom. Ma nessuno si azzarderebbe ad affermare che la frase è corretta riguardo a tutti i progetti la cui esecuzione è stata incoraggiata dalle illusioni create dalle facili politiche monetarie. A parte di come ciò possa apparire, non può influenzare le conseguenze del boom e non può disfare o attutire la seguente depressione. Gli effetti degli investimenti sbagliati sembrano non importare se i suddetti si trasformeranno o meno in sani investimenti in un secondo tempo sotto condizioni diverse. Quando nel 1845 fu costruita una ferrovia in Inghilterra che non sarebbe stata costruita in assenza di espansione del credito, le condizioni negli anni successivi non furono influenzate dalla prospettiva che nel 1870 0 nel 1880 i beni capitali richiesti per la sua costruzione sarebbero stati disponibili. Il guadagno che successivamente risultò dal fatto che la stessa ferrovia non doveva essere costruita da una fresca spesa di capitale e lavoro, nel 1847 non fu di risarcimento per le perdite incorse dalla sua prematura costruzione.

Il boom produce impoverimento. Ma ancora più devastanti sono i suoi danni. Rende le persone scoraggiate ed abbattute. Più erano ottimisti sotto l'illusoria prosperità del boom, più grande è la loro disperazione e la loro frustrazione. L'individuo è sempre pronto ad attribuire la sua buona fortuna alla sua efficienza e prenderla come una giusta ricompensa per il suo talento, impegno e correttezza. Ma gli inversi della fortuna li addebita sempre ad altre persone, e maggiormente all'assurdità delle istituzioni sociali e politiche. Non biasima le autorità per aver alimentato il boom. Li ingiuria per il collasso necessario. Secondo l'opinione pubblica, più inflazione e più espansione del credito sono l'unico rimedio contro i mali che l'inflazione e l'espansione del credito hanno causato.

Qui, essi dicono, ci sono stabilimenti e fattorie le cui capacità di produrre non sono usate per niente o non nella loro piena entità. Qui ci sono pile di beni invendibili ed una moltitudine di lavoratori disoccupati. Ma qui ci sono anche le masse di persone che sarebbero fortunate se solo potessero soddisfare i loro desideri più ampiamente. Tutto ciò che manca è il credito. Credito addizionale permetterebbe agli imprenditori di riprendere o di espandere la produzione. I disoccupati troverebbero lavoro di nuovo e potrebbero comprare i prodotti. Questo ragionamento sembra plausibile. Tuttavia è completamente sbagliato.

Se i beni non possono essere venduti ed i lavoratori non possono trovare un lavoro, la ragione può solo essere che i prezzi ed i salari chiesti sono troppo alti. Colui che vuole vendere le sue scorte o la sua capacità di lavorare deve ridurre la sua domanda finchè non trova un compratore. Tale è la legge del mercato. Tale è il meccanismo attraverso il quale il mercato direziona ogni singola attività in quei settori in cui può maggiormente contribuire alla soddisfazione dei voleri dei consumatori. Gli investimenti sbagliati del boom hanno mal direzionato i fattori inconvertibili di produzione in alcuni settori a spese di altri settori in cui erano più urgentemente necessari. C'è sproporzione nell'allocazione dei fattori inconvertibili verso le varie branche dell'industria. Questa sproporzione può essere riparata solo con l'accumulo di nuovo capitale ed il suo relativo impiego in quelle branche in cui è più urgentemente richiesto. Questo è un processo lento. Mentre è in corso, è impossibile utilizzare pienamente la capacità produttiva di alcuni stabilimenti per cui le aree lavorative di produzione complementari sono mancanti.

E' vano obiettare che c'è anche la capacità di stabilimenti inutilizzati che sfornano beni il cui specifico ruolo è basso. La lenta vendita di questi beni, si è detto, non può essere spiegata dalla sproporzionalità nella beni strumentali delle varie branche; sono necessari e possono essere usati per tanti diversi impieghi. Anche questo è un'errore. Se l'acciaio ed il ferro funzionano, le miniere di rame e le segherie non possono essere operativi alla loro piena capacità, la ragione può solo essere che non ci sono abbastanza compratori sul mercato pronti ad acquistare la loro intera produzione ai prezzi che coprono i costi del loro attuale utilizzo. I costi variabili possono solo essere costituiti dai prezzi di altri prodotti e salari, e lo stesso vale per i prezzi di questi altri prodotti, ciò vuol dire sempre che i saggi salariali sono troppo alti per sostenere tutti coloro che ansiosi di lavorare in determinati lavori e che l'impiego della capacità incovertibile, nei pieni limiti illustrati dalla richiesta di beni capitali non specifici e del lavoro, non dovrebbe essere prelevata da quegli impieghi in cui essa risulta essere più urgentemente necessaria.

Oltre al collasso del boom c'è una sola via del ritorno ad uno stato di affari in cui il progressivo accumulo di capitale salvaguardi uno stabile miglioramento del benessere materiale: il nuovo risparmio deve accumulare beni capitali necessari per un'armoniosa capacità di tutte le branche della produzione con il capitale richiesto. Si deve provvedere alla mancanza di beni capitali in quelle branche che sono state eccessivamente trascurate durante il boom. I saggi salariali devono cadere; le persone devono restringere i loro consumi temporaneamente finchè il capitale sprecato negli investimenti sbagliati non sarà ristabilito. Coloro a cui non piacciono queste avversità del periodo di riassestamento si deve astenere nel tempo dall'espansione del credito.

Non c'è utilità nell'interferire tramite una nuova espansione del credito con il processo di riassestamento. Ciò al meglio interromperebbe, disturberebbe e prolungherebbe il processo curativo della depressione, altrimenti causerebbe un nuovo boom con tutte le sue inevitabili conseguenze.

Il processo di riassestamento, anche in assenza di qualsiasi nuova espansione del credito, è ritardata dagli effetti psicologici del disappunto e della frustrazione. Le persone sono lente nel liberarsi dall'inganno della prosperità illusoria. Gli uomini d'affari provano ad imbastire progetti non proficui; chiudono i loro occhi di fronte ad un'idea che fa male. I lavoratori ritardano la riduzione delle loro pretese al livello richiesto dallo stato del mercato; vogliono, se possibile, evitare di abbassare i loro standard di vita e cambiare le loro occupazioni e dimore. Più le persone sono scoraggiate, più grande era il loro ottimismo nei giorni della ripresa. Hanno perso per il momento la loro sicurezza e lo spirito imprenditoriale ad un livello tale che falliscono anche nel prendere vantaggio dalle buone opportunità. Ma la cosa peggiore è che le persone sono incorregibili. Dopo un paio d'anni si imbarcano di nuovo nell'espansione del credito, e la vecchia storia si ripete.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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