Bibliografia

lunedì 27 settembre 2010

Il ruolo giocato dai fattori di produzione non impiegati nei primi stadi del boom

Un altro bel passaggio tratto dall'Azione Umana. In questo estratto viene portata all'occhio del lettore la fase di boom e la sua connessione coi fattori di produzione; si nota infatti come l'espansione del credito possa influire negativamente in fatto di investimenti ed occupazione. Ma soprattutto è un'importante risposta a coloro che, costantemente, si trincerano dietro la nenia dell'interventismo statale e delle iniezioni di liquidità varie. Artifizi che impediscono la naturale ristrutturazione del mercato. Saputo questo, potete pensare più a "cuor leggero" all'espansione del credito per trilioni di dollari fatta dalla FED...
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di Ludwig von Mises

Nell'economia che cambia ci sono sempre scorte invendute (eccessi di quelle quantità che per ragioni tecniche devono essere tenute a disposizione), lavoratori disoccupati e capacità non usate di aree di produzione inconvertibili. Il sistema si sta muovendo verso uno stato in cui non ci saranno né lavoratori disoccupati né un surplus di scorte.[1] Ma la comparsa di nuovi dati ne devia continuamente il corso verso un nuovo scopo, le condizioni del sostanziale equilibrio statico, quindi, non sono mai realizzate.

La presenza di capacità di investimenti incovertibili non usati è il risultato di errori commessi nel passato. Le supposizioni fatte dagli investitori sono state, una volta che gli eventi l'hanno dimostrato, non corrette; il mercato chiede più intensamente altri beni piuttosto che quelli che possono essere realizzati nei loro stabilimenti. L'accumulo di scorte in eccesso e la disoccupazione catallattica di lavoratori sono rischiosi. Il possessore delle scorte rifiuta di vendere al prezzo di mercato perchè spera di ottenre un prezzo più alto in un periodo successivo. Il lavoratore disoccupato rifiuta di cambiare la sua occupazione o la sua residenza o di accontentarsi con una paga più bassa, perchè spera di ottenere in un periodo successivo un lavoro con una paga più alta nel posto in cui risiede e nella branca lavorativa che più gli aggrada. Entrambi esitano nel modificare le proprie richieste alla situazione presente del mercato perchè aspettano un cambiamento nei dati che altererà le condizioni a loro vantaggio. La loro esitazione è una delle ragioni per cui il sistema non ha raggiunto il sostanziale equilibrio statico.

Gli invocatori dell'espansione del credito dicono che ciò che serve sono più mezzi fiduciari. Poi gli stabilimenti funzioneranno a pieno regime, le scorte saranno vendute a prezzi che i loro possessori considereranno soddisfacenti ed il disoccupato prenderà lavori a salari che considererà soddisfacenti. Questa dottrina molto popolare implica che l'aumento dei prezzi, causato dai mezzi fiduciari addizionali, influenzerebbe allo stesso tempo e nella stessa entità tutti gli altri beni e servizi, mentre i possessori delle scorte in eccesso ed i lavoratori disoccupati si accontenterebbero con quei prezzi nominali e salari che stanno chiedendo -- invano, ovviamente -- oggi. Se ciò dovesse accadere, i prezzi reali ed i salari reali ottenuti da questi possessori di scorte invendute e lavoratori disoccupati crollerebbero -- in proporzione ai prezzi di altri beni e servizi -- alla cifra a cui devono crollare in modo da trovare compratori ed impiegati.

Il corso del boom non è sostanzialmente influenzato dal fatto che alla sua vigilia ci sono capacità inutilizzate, scorte supplementari invendute e lavoratori disoccupati. Supponiamo che ci sono stabilimenti inutilizzati per l'estrazione del rame, pile di rame invendute e minatori di rame disoccupati. Il prezzo del rame è ad un livello per cui l'estrazione mineraria non paga per alcune miniere; i relativi minatori sono inoccupati; ci sono speculatori che si astengono dal vendere le loro scorte. Ciò di cui si necessita per rendere queste miniere di nuovo proficue, ridare lavoro ai disoccupati, e di vendere le pile senza forzare i prezzi al ribasso al di sotto dei costi di produzione, è un'incremento p nella quantità dei beni capitali disponibili ampi abbastanza da rendere possibile un simile aumento in investimenti e nella dimensione di produzione e consumo, a cui possa far seguito un'adeguata crescita nella domanda per il rame.

Se, comunque, questo incremento p non si palesa e gli imprenditori, ingannati dall'espansione del credito, nonostante ciò agiscono come se p fosse già disponibile, le condizioni nel mercato del rame, mentre il boom finisce, sono come se p fosse stato realmente aggiunto alla quantità dei beni capitali disponibili. Ma tutto ciò che è stato proclamato sulle inevitabili conseguenze dell'espansione del credito si adatta anche a questo caso. La sola differenza è che, per quel che riguarda il rame, l'inappropriata espansione della produzione non deve essere realizzata con il ritiro di capitale e di lavoro dalle occupazioni, in cui avrebbero meglio coperto i voleri dei consumatori. Per quel che riguarda il rame, il nuovo boom incontra un pezzo di investimenti di capitali sbagliati ed impieghi di lavoro sbagliati che si erano già compiuti nel precedente boom, che il processo di ristrutturazione non ha ancora assorbito.

Quindi diviene ovvio quanto vano sia giustificare una nuova espansione del credito riferendosi alle capacità inutilizzate, alle scorte -- oppure, come dicono erroneamente le persone, "non sbloccabili" -- invendute ed ai lavoratori disoccupati. L'inizio di una nuova espansione del credito incontra le rimanenze di investimenti precedenti sbagliati ed impieghi sbagliati, non ancora rimossi nel corso del processo di ristrutturazione, ed apparentemente rimedia agli errori implicati. Infatti questo è solamente un'interruzione del processo di ristrutturazione e del ritorno a condizioni sane.[2]

L'esistenza di capacità inutilizzate e disoccupazione non è un valido argomento contro la correttezza della teoria della circolazione del credito. La convinzione dei sostenitori dell'espansione del credito e dell'inflazione, secondo cui l'astensione dall'ulteriore espansione del credito e l'inflazione perpetuerebbe la depressione, è completamente falsa. I rimedi che questi autori suggeriscono non faranno durare per sempre il boom. Turberebbero solamente il processo di ripresa.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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Note

[1] Nel sostanziale equilibrio statico ci potrebbero anche essere capacità non utilizzate di attrezzature non convertibili. Il loro inutilizzo non disturba più l'equilibrio come il terreno lasciato a maggese.


[2] Hayek (Prices and Production) raggiunge la stessa conclusione tramite una catena di ragionamente in qualche modo differente.



Questo articolo è un'estratto del capitolo 20 de Human Action: The Scholar's Edition ed è letto da Jeff Riggenbach.


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