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martedì 10 agosto 2010
Denaro: importanza, origini ed operazioni #2
di Murray N. Rothbard
3. Le giuste qualità del denaro
Quali prodotti sono scelti come denaro nel mercato? Quali prodotti saranno soggetti ad essere usati come mezzo? Chiaramente saranno quei prodotti più usati come denaro in ogni specifica società. Attraverso i secoli molti prodotti sono stati selezionati come denaro nel mercato. Il pesce sulla costa atlantica del nord-America coloniale, il castoro nel vecchio nord-ovest ed il tabacco nelle colonie del sud, furono scelti come denaro. Nelle altre culture sale, zucchero, bestiame, zappe di ferro, tè, conchiglie e molti altri prodotti sono stati scelti nel mercato. Molte banche dispongono di musei del denaro in cui espongono varie forme di denaro nel corso dei vari secoli.
In mezzo a questa varietà di denaro, è possibile analizzare le qualità che portano il mercato a scegliere quel particolare prodotto come denaro. In primo luogo gli individui non scelgono un mezzo di scambio che derivi dal nulla. Supereranno la doppia coincidenza di intenti del baratto scegliendo un prodotto che è già in largo uso per sua stessa ragione. In breve, sceglieranno un prodotto a grande richiesta che calzolai ed altri presumibilmente accetteranno in cambio, dal primo momento che il processo di scelta del denaro sarà iniziato. Secondo, sceglieranno un prodotto che è altamente divisibile, cosìcche i pochi grandi pezzi di altri beni possano essere comprati e la grandezza degli acquisti possa essere flessibile. Per questo hanno bisogno di un prodotto che tecnologicamente non perda la sua quota di valore quando diviso in piccoli pezzi. Per questa ragione una casa o un trattore, essendo altamente indivisibili, non hanno possibilità di essere scelti come denaro, mentre il burro, per esempio, è altamente divisibile ed almeno per questa particolare qualità incide pesantemente come denaro.
Richiesta e divisibilità non sono gli unici criteri. Per le persone è anche importante essere in grado di portare il denaro in giro in modo da facilitare gli acquisti. Per essere facilmente trasportabile, quindi, un prodotto deve avere un'alto valore per unità di peso. Per avere alto valore per unità di peso, comunque, un bene richiede che non sia solo altamente richiesto ma anche relativamente scarso, dal momento che un'intensa domanda combinata con una fornitura relativamente scarsa produrrà un prezzo alto, o un alto valore per un'unità di peso.
In conclusione il denaro dovrebbe essere altamente durevole, cosìcche possa servire come riserva di valore per un lungo periodo. Il possessore di denaro dovrebbe non solo avere la sicurezza di essere in grado di acquistare altri prodotti nell'immediato, ma anche indefinitamente nel futuro. Inoltre il burro, il pesce, le uova e così via falliscono sulla questione della durabilità.
Un'esempio affascinante di inaspettato sviluppo di un prodotto/denaro nei tempi moderni, è avvenuto nei campi di prigionia tedeschi durante la seconda guerra mondiale. In questi campi la fornitura di vari beni era fissata da condizioni esterne: razioni, pacchi viveri, etc. Ma dopo aver ricevuto le razioni, i prigionieri iniziarono a scambiare ciò che non volevano con ciò di cui avevano particolarmente bisogno, finchè presto ci fu un elaborato sistema di prezzi per ogni prodotto, il tutto in termini dettati dall'evoluzione di quella cosa che era divenuta denaro: le sigarette. I prezzi in termini di sigarette fluttuarono in accordo col cambiamento della fornitura e della domanda.
Le sigarette erano chiaramente i prodotti più "simili al denaro" disponibili nei campi. Avevano un'alta richiesta dovuta al loro interesse, erano divisibili, trasportabili ed in alto valore per unità di peso. Non erano molto durevoli, dal momento che si rompevano facilmente, ma potevano esserlo nei pochi anni di esistenza del campo.[1]
In tutti i paesi ed in tutte le civiltà, due prodotti hanno predominato qualsiasi volta sono stati in grado di competere come denaro con altri prodotti: oro ed argento.
All'inizio oro ed argento avevano un alto prezzo solo per il loro valore ornamentale. Erano sempre in grande richiesta. In secondo luogo erano sempre relativamente scarsi e di conseguenza valutabili per unità di peso. E per questa ragione erano anche trasportabili. Erano anche divisibili e potevano essere tagliati in segmenti fini senza che perdessero il loro valore proporzionale. E per ultimo, argento ed oro erano mescolati con piccole porzioni di leghe per rinforzarli, e dal momento che non si corrodevano, sarebbero durati quasi per sempre.
Così visto che l'oro e l'argento sono prodotti supremamente "simili al denaro", sono stati selezionati dai mercati come denaro qualora fossero stati disponibili. I fautori del sistema aureo non soffrono di una misteriosa "mania dell'oro". Semplicemente riconoscono che l'oro è sempre stato selezionato dal mercato come denaro in tutta la storia.
Generalmente l'oro e l'argento sono stati entrambi denaro, fianco a fianco. Dal momento che l'oro è sempre stato di gran lunga più scarso ed anche maggiormente richiesto rispetto all'argento, ha sempre registrato un prezzaggio abbastanza alto ed è stato usato come denaro in svariate transazioni, mentre l'argento è stato usato in scambi più esigui. A causa del suo più alto prezzo, l'oro è stato spesso selezionato come unità di conto, sebbeno ciò non sempre è stato vero. Le difficoltà di estrarre l'oro, che hanno reso la sua produzione limitata, rendono il suo valore a lungo termine relativamente più stabile rispetto l'argento.
4. L'unità di denaro
Abbiamo menzionato i prezzi senza nemmeno spiegare cosa un prezzo realmente sia. Un prezzo è semplicemente il rapporto di due quantità scambiate in ogni transazione. Non dovrebbe creare nessuna sorpresa che ogni unità monetaria con cui ora abbiamo familiarità -- il dollaro, la sterlina, il marco, il franco, e le altre -- approdarono nel mercato semplicemente come nomi per le differenri unità di peso di oro ed argento. Così una "libbra di sterlina" in Inghilterra, era esattamente ciò -- una libbra d'argento.[2]
Il "dollaro" è nato come il nome generalmente applicato alla moneta di un'oncia d'argento, coniata da un conte boemo chiamato Schlick nel sedicesimo secolo. Il conte Schlick viveva a Joachimsthal (Valle di Joachim). Le sue monete, che riscuotevano grande apprezzamento per uniformità e comodità, erano chiamate Joachimsthaler ed infine solo talleri. La parola dollaro emerse dalla pronuncia di tallero.
Dal momento che l'oro o l'argento era scambiati a peso, le varie valute nazionali, tutte definite come particolari pesi di un prezioso metallo, sarebbero state automaticamente sistemate in relazione l'una con l'altra. Quindi, supponiamo che il dollaro fosse definito come 1/20 di un'oncia d'oro (come lo era nel diciannovesimo secolo negli Stati Uniti), mentre la sterlina fosse definita come 1/4 di un'oncia d'oro ed il franco francese come 1/100 di un'oncia d'oro.[3] Ma in questo caso il listino cambi tra le varie valute è automaticamente aggiustato dalla loro rispettiva quantità d'oro. Se un dollaro è 1/20 di un'oncia d'oro e la sterlina è 1/4 di un'oncia d'oro, allora la sterlina sarebbe automaticamente scambiata per 5 dollari. E, nel nostro esempio, la sterlina sarebbe scambiata per 25 franchi ed il dollaro per 5 franchi. Le definizioni di peso fisseranno automaticamente il listino cambi tra di loro.
Gli invocatori del libero mercato a valuta aurea sono stati spesso scherniti con la seguente accusa: "Siete contro il fissaggio da parte del governo dei prezzi di beni e servizi; allora perchè fate un'eccezione per l'oro? Perchè chiedete che il governo fissi il prezzo dell'oro e stabilisca il listino cambi tra le varie valute?"
La risposta a questa lamentela comune è che la domanda presume che il dollaro sia un'entità indipendente, una cosa o un prodotto a cui debba essere permesso di fluttuare liberamente in relazione all'oro. Ma il rifiuto delle forze pro-oro fa notare che il dollaro non è un'entità indipendente, era originariamente solo un nome per un determinato peso d'oro; il dollaro, come anche le altre valute, è un'unità di peso. In questo caso la sterlina, il franco, il dollaro e così via, non sono scambiati come entità indipendenti; sono semplicemente relativi a quantità d'oro. Se 1/4 d'oncia d'oro è scambiata per 1/20 d'oncia d'oro, in quale altro modo dovremmo aspettarci che siano commerciate se non ad 1:5?[4]
Se l'unità monetaria è semplicemente un'unità di peso, allora il ruolo del governo per ciò che concerne il denaro potrebbe essere benissimo confinato ad un semplice Ufficio di Pesi e Misure, certificando questo come anche altre unità di peso, di lunghezza o di massa.[5] Il problema è che il governo ha sistematicamente tradito la sua figura come guardiano del peso, precisamente definito del prodotto denaro.
Se il governo si definisce esso stesso come guardiano del metro internazionale o della yarda standard o della sterlina, non c'è nessun incentivo economico affinchè tradisca la fiducia e cambi la definizione. Poichè per l'Ufficio degli Standard annunciare d'improvviso che 1 libbra è ora uguale a 14 invece che a 16 oncie non farebbe alcuna differenza. Per i governi, comunque, c'è di più che un incentivo economico per cambiare, specialmente alleggerire, la definizione dell'unità di valuta; ammettiamo che cambi la definizione di sterlina da 16 a 14 oncie di argento. Questo processo redditizio di ripetuto alleggerimento, da parte del governo, del numero di oncie o grammi nella stessa unità monetaria è chiamato svalutazione.
Come la svalutazione crei profitti per lo Stato può essere visto con un caso ipotetico: diciamo che il rur, la valuta del mitico regno di Ruritania, vale 20 grammi d'oro. Un nuovo re sale al trono e, essendo sistematicamente a corto di denaro, decide di prendere la via della svalutazione per acquisire ricchezza. Annuncia un mastodontico richiamo di tutte le vecchie monete d'oro del reame, poichè ognuna era insozzata con le fattezze e con il ritratto del precedente re stampate sulla sua faccia. In cambio egli fornirà nuove monete con la sua faccia stampata sulle stesse e ridarà lo stesso numero di rur consegnati. Chiunque presenti 100 rur in vecchie monete riceverà 100 rur di quelle nuove.
Apparentemente un'affare! Eccetto per un leggero intoppo: durante il corso di questo ri-coniaggio, il re cambia la definizione del rur da 20 a 16 grammi. Lui poi intasca il 20% d'oro che avanza, mantenendo l'oro per se stesso ed impoverendo le monete in circolazione, per le sue spese. In breve il numero di grammi d'oro nella società rimane lo stesso, ma dal momento che ora le persone sono abituate ad usare il nome piuttosto che il peso nei loro prezzi e nei conti, il numero di rur sarà incrementato del 20%. La fornitura di denaro in rur, inoltre, è salita del 20% e, come anche vedremo in seguito, ciò farà aumentare i prezzi in economia in relazione dei rur. La svalutazione, quindi, è l'arbitraria ridefinizione ed alleggerimento della valuta così da aggiungere l'avanzo alle casse dello Stato.[6]
La sterlina diminuì da 16 oncie di argento fino al suo stato frazionale attuale a causa delle ripetute svalutazioni, o cambi di definizione, da parte dei re d'Inghilterra. Allo stesso modo la rapida ed estesa svalutazione era una caratteristica impressionante del Medioevo, in quasi tutti i paesi d'Europa. Così, nel 1200 la livre tournois francese era composta da 98 grammi di sottile argento; nel 1600 equivaleva solo ad 11 grammi.
Un caso particolarmente impressionante è il dinar, la moneta dei saraceni in Spagna. Il dinar, coniato alla fine del settimo secolo, era composto da 65 granelli d'oro. I saraceni, notevolmente ferrati nelle questioni monetarie, mantennero relativamente costante il peso del dinar ed alla fine del dodicesimo secolo ancora equivaleva a 60 granelli. A quel punto i re cristiani conquistarono la Spagna ed all'inizio del tredicesimo secolo il dinar (ora chiamato maravedi) fu ridotto a 14 granelli d'oro. La moneta d'oro era troppo leggera in peso per circolare e fu convertita in una moneta d'argento dal peso di 26 granelli d'argento. Ma anche questa fu ulteriormente svalutata e verso la metà del quindicesimo secolo il maravedi conteneva 1 e ½ granelli d'argento e fu di nuovo troppo piccola per circolare.[7]
Dov'è la fornitura di denaro -- il concetto cruciale -- in tutto ciò? Prima della svalutazione, quando la valuta regionale o nazionale semplicemente rappresenta una certa unità di peso d'oro, la totale fornitura di denaro è l'aggregato di tutto l'oro monetario esistente in quella società, cioè, tutto l'oro pronto per essere usato come scambio. In pratica ciò significa la totale scorta d'oro e lingotti in oro disponibili. Dal momento che tutta la proprietà ed inoltre tutto il denaro è posseduto da qualcuno, significa che la totale scorta d'oro nella società, in ogni momento, è l'aggregato, o somma totale, di tutto il saldo di cassa esistente, o scorta monetaria, posseduta da ogni individuo o gruppo. Quindi, se c'è un villaggio di 10 persone A, B, C, etc., la scorta totale di denaro nel villaggio sarà uguale alla somma di tutto il saldo di cassa mantenuto da ognuno dei 10 cittadini. Se vogliamo porre la questione in termini matematici, possiamo dire che:
M = Σ m
dove M è la riserva totale o fornitura di denaro in ogni determinata area o società nella sua interezza, m è la riserva individuale o saldo di cassa posseduto da ogni individuo e Σ rappresenta la somma o l'aggregato di ognuna delle m.
Dopo la svalutazione, dal momento che l'unità di denaro è il nome (dinar) piuttosto che l'attuale peso (un numero specifico di granelli d'oro), il numero di dinar o sterline o maravedi aumenterà e così anche la fornitura di denaro. M sarà la somma dei singoli dinar posseduti da ogni persona ed aumenterà all'estensione della svalutazione. Come vedremo dopo, questa incrementata fornitura di denaro tenderà ad aumentare i prezzi in tutto il panorama economico.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
(1). Link alla Prima Parte
(2). Link alla Terza Parte
(3). Link alla Quarta Parte
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Note
[1] Vedi il famoso articolo di R.A. Radford, "The Economic Organization of a P.O.W camp", Economica (Novembre 1945): 189-201.
[2] Alla corrente scrittura, l'argento è approssimativamente a 13$ l'oncia e la libbra a 1,50$, il che significa che la sterlina inglese, un tempo orgoliosamente uguale ad una libbra d'argento, ora equivale ad 1/8 d'oncia d'argento. Come questo declino sia avvenuto è spiegato nel testo.
[3] Le proporzioni sono leggermente cambiante dalle definizioni del diciannovesimo secolo per esemplificare meglio le cose. Il "dollaro" si spostò dalla Boemia alla Spagna e da qui al nord America. Dopo la guerra rivoluzionaria, i nuovi Stati Uniti cambiarono la loro valuta dalla sterlina inglese al dollaro spagnolo. Da questo punto in poi, consideriamo l'oro come moneta di metallo ed omettiamo l'argento, per motivi di semplificazione. Infatti l'argento è stato una complicazione in tutte le discussioni monetarie del diciannovesimo secolo. In un libero mercato oro ed argento potrebbero liberamente essere in grado di diventare entrambi moneta e potrebbero liberamente fluttuare in relazione dell'uno con l'altro ("standard paralleli"). Sfortunatamente i governi hanno provato ad introdurre un listino cambi fisso tra i due metalli, un controllo prezzi che porta sempre a risultati non benvenuti e perfino disastrosi ("bimetallismo").
[4] In tempi antichi le monete straniere d'oro e d'argento spesso circolavano liberamente entro un paese, e non c'è nessuna ragione economica perchè avrebbe dovuto accadere diversamente. Negli Stati Uniti, nel tardo 1857, pochi si preoccupavano di andare alla Zecca statunitense per ottenere monete; le monete di uso generale erano spagnole, inglesi ed austriache, in pezzi d'oro e d'argento. Alla fine il Congresso, preso a schiaffi nella sua sovranità, mise fuorilegge l'uso di monete estere entro gli Stati Uniti, forzando tutti i detentori di monete straniere ad andare dalla Zecca statunitense per ottenere nuove monete d'oro americane.
[5] Il libro sui pesi e sulle misure di Frederick Barnard del terdo diciannovesimo secolo, The Metric System of Weights and Measures, rev. ed. (New York: Columbia College, 1872). contiene una dissertazione sul conio e sul sistema internazionale monetario nell'appendice. Frederick A.P. Barnard
[6] L'enorme scusa per il ri-coniaggio è chiamato "signoraggio", pagamento al signore o al sovrano, il monopolio di coniare monete.
[7] Vedi Elgin Groseclose, Money and Man (New York: Frederick Ungar, 1961), pp. 57-76. Molte delle svalutazioni europee furono fatte sotto la parvenza dell'aggiustamento dei sempre-distorti rapporti bimetallici fissi tra oro ed argento. Vedi Luigi Einaudi, "La Teoria del Denaro Immaginario da Carlo Magno alla Rivoluzione Francese", ed F.C. Lane/J.C. Riemersma, eds., Enterprise and Secular Change (Homewood, III.: Irwin, 1953), pp. 229-61.
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