sabato 31 luglio 2010

Il libertarianismo è una parte della destra o della sinistra? Nessuna delle due. Noi siamo UNICI #2





di Walter Block




Ci sono molti problemi con gli argomenti precedenti.

  1. Questo forse il più importante. Dobbiamo ritornare alla storia della bibbia dove le persone erano pagate con differenti importi di denaro per fare esattamente lo stesso lavoro; o similmente, lo stesso compenso per fare differenti quantità di lavori. Perchè ciò è ingiusto da un punto di vista libertario? Non lo è infatti. Queste disparità possono essere interpretate come una concessione di doni differenti. Cioè, il datore di lavoro paga ognuno equamente per eguale produttività, ma poi fa una donazione spontanea per qualcuno e non per altri. Finchè tutte queste azioni sono volontarie, non c'è niente per cui un libertario debba porre obiezione. Se ci si basa solo su tale considerazione, Long dovrebbe decidere se la sua primaria fedeltà è verso il femminismo o il libertarianismo. Questo autore di fatto tocca un aspetto di ciò, quando parla della possibilità che il divario di salario tra uomini e donne possa essere dovuto all'effetto finale del datore di lavoro: pagare gli uomini più delle donne solo per il proprio piacere di fare ciò. Se le coste stanno così, non è forse un diritto del datore di lavoro? E se le cose stanno così, da dove scaturisce ogni possibile obiezione libertaria al divario dei salari?


  2. Muoviamoci dall'economia normativa a quella positiva e consideriamo le obiezioni di Long sulla tesi che nel libero mercato i salari tendono a basarsi sulle produttività marginali. Qui notiamo che questo autore ipotizza che c'è "una tendenza" per i datori di lavoro a pagare i lavoratori al livello del loro prodotto marginale in entrata (PME), ma in accordo con la tradizione Austriaca, si noti il fatto che ciò non è istantaneo. Comunque, egli sembra pensare che le donne sono sempre pagate meno rispetto al loro PME e che il mercato sia in effetti "pigro" a partare le due somme all'eguaglianza. Se il processo di mercato sarebbe istantaneo, il che ovviamente non è e nemmeno sarà mai, allora i salari delle donne aumenterebbero istantaneamente ai consoni livelli del loro PME, e non ci sarebbe nessuna ingiustizia almeno in questo caso. Ma perchè dovrebbe esserci un'inclinazione nel mercato, cosìcche l'imprenditorialità risulti necessariamente, negli stipendi bassi delle donne, in squilibrio? Perchè non i salari più alti del PME quando il mercato non è nel suo equilibrio o in egual misura a turni? Long lascia tutto in sospeso non fornendoci una risposta per questa sua ipotesi implicita ed assolutamente cruciale, però non sembra accorgersi nemmeno che non ce n'è bisogno.


  3. Forse il fatto che le lesbiche guadagnino di più rispetto alle donne eterosessuali convincerebbe Long che i salari di mercato tendono a non essere determinati da uomini sessisti che hanno pregiudizi verso le donne, sulla base di questa propensione. Poichè se gli uomini porci sessisti fossero invece in carica di prendere decisioni sui pagamenti, ed avessero dei pregiudizi in questa direzione ed inoltre non fossero fermati da considerazioni dettate dal profitto che li rendesse indulgenti in questi gusti, sicuramente riserverebbero la loro estrema ira verso le lesbiche le quali, presumibilmente, violano molto di più valori tradizionali rispetto alle donne eterosessuali.


  4. Long è su una fune scivolosa. Se dubita della teoaria della produttività marginale applicata al divario del salario tra uomini/donne, la logica lo obbliga ad articolare gli stessi contrasti anche alla stessa analisi del salario minimo di cui l'economia di libero mercato tratta. Cioè deve dire qualcosa circa le seguenti linee: si, il salario minimo porta alla disoccupazione per lavoratori poco abili; ma ciò è vero solo all'equilibrio e non siamo mai all'equilibrio. Per opporsi duramente alla legislazione del salario minimo, come fanno molti libertari di destra, si deve basare la propria analisi sugli orrori e la drammaticità dell'economia neoclassica. In contrasto noi sofisticati Austro-libertari di sinistra siamo molto simpatizzanti verso la legislazione del salario minimo dal momento che essa impiega molto tempo, tempo che i poveri semplicemente non hanno, a far salire i salari dei non specializzati ai loro livelli d'equilibrio in accordo col PME. Nel frattempo, la legge sul salario minimo può giocare un ruolo positivo. Il suo sostegno per le unioni in questo riguardo è molto più che poco allarmante, in ciò loro sono, e per una buona ragione, tra i sostenitori più forti della legislazione sul salario minimo nella società, eccetto i completi illetterati d'economia. Potrebbe essere che mentre Long è un libertario fedele quando si parla di libertà personali, ma lo sia di meno, molto meno, quando si parla di libertà economica, ciò dovuto alle sue equivocazioni economiche. E' molto più che curioso poi vedere un eminente libertario come Long sostenere un'istituzione che si occupa dei "furfanti" con la violenza.


  5. Cos'è questa cosa di criticare le decisioni prese liberamente da parte delle donne di stare a casa e prendersi cura dei figli? Non importa se ciò è fatto "su motivi morali (o) motivi di prudenziali". Il libertario semplicemente non deve avere a che fare con la critica " (della scelta della) donna di dare più importanza per le responsabilità casalinghe". Non è affare del libertario, ne di chicchessia, "combattere" il "sessismo" implicito nelle "aspettative culturali che portano le donne ad assumersi simili respondabilità".
  6. Si consideri l'affermazione di Long e Johnson secondo cui c'è una falsa ma "assai diffusa supposizione nel mondo dei datori di lavoro per cui" la produttività delle donne è più bassa rispetto a quella degli uomini. Probabilmente questa falsa supposizione non solo è assai diffusa, ma è di lunga data. Altrimenti difficilmente si potrebbe giustificare il continuo divario del salario. Se così fosse, ciò non assomiglierebbe a nulla se non ad un "grappolo d'errore" della teoria Austriaca del Ciclo degli Affari (TACA). Ma, come sappiamo dai nostri studi dei cicli finanziari, ogni simile conglomerato di errori non può durare a lungo senza la continuata interferenza statalista nei mercati. Sarebbe dissipato dal processo dei profitti ed eliminazione delle perdite di mercato.


  7. Riprendendo i nostri autori: "...datori di lavoro...non possono essere creduti se ci provano...stimando la produttività dei loro lavoratori...(il problema dello stimolo)". Con ciò si riferiscono al fatto che alcuni datori di lavoro potrebbero rinunciare ad una politica discriminatoria non-sessista al di fuori di motivazioni consumistiche. Ma se facessero così, lo starebbero facendo rigorosamente come consumatori, sebbene sia sulla proprietà della compagnia. Cioè non lo starebbero facendo come datori di lavoro, come questi autori sostengono.


  8. Dal mio punto di vista non è del tutto "errato" "pensare...che il potere politico (sia) l'unico problema", cioè, fin da quando il libertarianismo se ne è occupato. Considero il potere politico secondo le linee guida di Oppenheimer, per includere tutti ed i diversi inizi della violenza, o minaccia di questa, contro le persone innocenti. Ciò includerebbe, ovviamente, il governo; ma incorporerebbe anche altri comportamenti non civili come quelli perpetrati da bande di ladri o, perfino, dai singoli che brutalizzano vittime innocenti per motivi propri. Certamente ci sono altri problemi per cui i libertari si battono: cattivo respiro, scoppio di psoriasi, perdere a scacchi, cancro, ela lista va avanti. Ma, così, i libertari che fanno ciò non stanno agendo come libertari. Questa è una distinzione che è cruciale per una chiara comprensione di questa filosofia.


  9. Che dobbiamo farci con questa affermazione: "Sappiamo – indipendentemente dall'esistenza di un divario del salario – che il mondo degli affari è strapieno di sessismo (Quelli che non conoscono ciò possono verificarlo da loro stessi spendendo del tempo in quel mondo o parlando con quelli che hann ofatto ciò)". In un certo senso, ciò non lascia adito ad obiezioni. Potrebbe essere archiviato sotto la categoria "tutti lo sanno", nessuna persona ragionevole potrebbe obiettare qualcosa. Comunque se andiamo per vie aneddotiche, lasciate che anche io aggiunga il mio piccolo contributo. Si, tutti abbiamo sentito dei giochi sessisti nel mondo del business ed ,anche, i numerosi commenti sugli attributi fisici femminili. Ma quando si arriva a fine mese, la mia valutazione ufficiosa è quella che va principalmente nella direzione opposta all'aumento del divario di paga tra uomini e donne. Piuttosto si sposta del tutto verso un'incremento della paga di donne attraenti, come una sorta di ricompensa verso la bellezza. E questa osservazione non dovrebbe essere una grande sorpresa. Che altro potremmo ragionevolmente aspettarci da vigorosi maschi eterosessuali, se si trovano in una posizione in cui posso appagare i loro gusti? I loro veri gusti, che si senta forte e chiaro, non li portano contro le donne, ma, se sono in competizione con qualcuno, contro altri uomini che sono visti come invasori. In verità, il primo aneddoto era altamente obiezionabile. Dopo tutto stiamo discutendo di una questione importante: c'è un divario di salario tra maschi-femmine dal momento che la produttività è presa in considerazione, e se così, ciò è ingiusto da un punto di vista libertario? Ricorrendo ad aneddoti di tale sorta diventa inammissibile una qualsiasi seria analisi.


c. New Age


Secondo Long:

«è un dibattito aperto se le idee della New Age proveranno di essere favorevoli o sfavorevoli al libertarianismo. Io le considero favorevoli, nel complesso...Se l'espressione politica dell'etica cattolica era la monarchia e l'espressione politica naturale dell'etica protestante era la democrazia, allora l'espressione politica naturale dell'etica della New Age è l'anarchismo del libero mercato. Questo non significa che i seguaci della New Age odierna sono libertari. Alcuni lo sono; ma la maggior parte, sospetto, sono statalisti moderati della variante eco-sinistroide. Allo stesso modo anche i primi protestanti ne avevano qualcuno. Se il modello storico si ripete, comunque, allora alla continua crescita del movimento New Age i suoi aderenti troveranno la sua struttura organizzativa anarchica sempre più naturale, e graviteranno verso manifestazioni di quella stessa struttura nel regno politico. Da qui, suggerisco, che noi che speriamo di fondare una Nazione Libera dovremmo vedere il clima religioso emergente come una ragione d'ottimismo.»

Trovo ciò più che curioso. Da un lato mi unisco a Long nella speranza che i seguaci della New Age si convertiranno in massa al libertarianismo. Dall'altro sono tentato di scommettere che più gli ex-nazisti ed ex-comunisti abbracceranno un giorno la libertà rispetto ai persuasi della New Age. In ogni caso, non vedo nessuna prova che qualcuno tra i seguaci della New Age sia ora libertario. Sarei felice se qualcono, poi, mi potesse smentire su questo fatto. Ma da come stanno le cose, questo gruppo di persone sembra più associato con pratiche sessuali libertine, con la cultura della droga, con il vestiario hippie e, come per il resto, oscurantismo, relativismo ed altri tipi di irrazionalità, troppo impenetrabili per una discussione.

Ipotizziamo, comunque, che Long è totalmente corretto nella sua valutazione. Un giorno, forse presto, i nostri ranghi libertari saranno presi d'assalto da mille, anzi no, decine o centinaia di migliaia di Austro-libertari ex-seguaci della New Age, tutti che stringono forte volumi di Atlas Shrugged e Human Action, sentendosi razionali per la prima volta nella loro vita. Che c'è? Perchè dovremmo allearci con loro adesso? Anche peggio, quale è la ragione per cui ora dovremmo considerarli alleati? Ancora peggio di questo, qual è la ragione per considerarci parte di un movimento che ora (brividi e lamenti) include loro?

Non può essere negato che i punti di vista di queste persone, quando comprensibili, sono abbastanza allineati con i nostri quando si parla di libertà personali (fumare la marijuana e tutti i tipi e le varietà di fornicazioni che dovrebbero essere legali, particolarmente le più stravaganti) e di politica estera (benchè molti di loro siano pacifisti, i libertari sicuramente non hanno bisogno di aderire a questa dottrina). Ma quando si arriva alla libertà economica, queste persone alla sola idea gli viene la schiuma alla bocca per la rabbia.

Uno potrebbe ipottizarla come una cosa tra singoli contro una squadra, come esempio più compatibile per il libertarianismo. Cioè, i corridori su pista sono più libertari che i giocatori di basket, dal momento che i primi competono da soli ed i secondi sono parte di una impresa collettiva. Questa è una pretesa analogamente inverosimile con nessun sostegno di nessun genere. No, i secondi non sono, a causa di questo fatto, più libertari rispetto ai primi e gli hippie della New Age non sono ne libertari ne noi siamo associati con loro dalla volontà di assimilarli nella nostra filosofia, nemmeno in piccola parte.


d. Uguaglianza


Secondo Long:

«"In breve, l'uguaglianza di cui Locke e Jefferson parlano è un'uguaglianza nell'autorità: la proibizione di qualsiasi "subordinazione o sottomissione" di una persona su un'altra. Dal momento che qualsiasi interferenza di A sulla libertà di B costituisce una subordinazione o sottomissione di B su A, il diritto alla libertà segue apertamente dall'uguaglianza di "potere e giurisdizione".
"Come Locke spiega: essendo tutti uguali ed indipendenti, nessuno dovrebbe procurare danno ad un altro nella salute, nella libertà, nella vita, nei possedimenti....Ed essendo forniti di simili facoltà, condividendole tutte nella natura della comunità, non può essere accettata una qualsiasi subordinazione tra di noi che possa autorizzarci (sic) a distruggere un altro individuo, come se noi fossimo fatti per gli usi di un altro, come i ranghi delle creature inferiori sono per noi".
"Questa è una famosa frase pre-kantiana del principio secondo cui gli esseri umani non devono essere trattati come semplici mezzi per i fini degli altri (si osservi, inoltre, come entrambi Locke e Jefferson invochino l'indipendenza come un corollario di uguaglianza nell'autorità)".

"Ora possiamo vedere come entrambe le uguaglianze, quella socioeconomica e quella legale, non raggiungano lo scopo del radicalismo dell'uguaglianza Lockeana. Per nessuna di queste forme di uguaglianza si chiama in questione l'autorità di quelli che amministrano il sistema legale; tali amministratori sono tristemente necessari per assicurare l'uguaglianza tra quelli amministrati. Così l'eguaglianza socioeconomica, a dispetto delle baldanzose affermazioni dei suoi aderenti, non cabatte più la struttura esistente di potere rispetto a quanto faccia nei confronti dell'eguaglianza legale. Entrambe le forme di eguaglianza si rivolgono a questa struttura di potere per compiere determinate cose; ma facendo ciò, entrambe ammettono, e di fatto richiedono, una ineguaglianza nell'autorità tra quelli che amministrano la struttura legale e tutti gli altri".

"La versione libertaria dell'eguaglianza non è circoscritta in questo modo. Come Locke osserva, l'eguaglianza nell'autorità implica la negazione agli amministratori del sistema legale – e così al sistema legale stesso – ogni potere oltre quelli posseduti dai singoli dittadini:

L'esecuzione della legge di natura è in quella forma che si trova nelle mani di ogni uomo, con cui ognuno ha il diritto di punire i trasgressori di quella legge ad un livello tale che può impedirne la sua violazione....Poichè in questo stato di perfetta uguaglianza, dove naturalmente non c'è nessuna superiotà o giurisdizione di uno su un altro, ciò che chiunque può fare per la continuazione di quella legge, deve avere diritto a farlo.
"L'eguaglianza Lockeana coinvolge non solo l'eguaglianza davanti i giudici, legislatori e polizia, ma, di più importanza cruciale, l'eguaglianza con legislatori, giudici e polizia".

"Seguendo questo standard Murray Rothbard, nel suo appoggio all'anarco-capitalismo, risulta essere stato uno dei più consistenti e risoluti teoristi egualitari di tutti i tempi. Come autore di Egalitarianism as a Revolt Against Nature, Rothbard potrebbe rigirarsi nella tomba all'udire una simile descrizione di se stesso; ma, come possiamo vedere, ciò che Ayn Rand era solito dire del capitalismo si applica a maggior ragione all'eguaglianza: quest'ultima, correttamente compresa, è in molti modi un ideale sconosciuto – sconosciuto ad entrambi i suoi difensori e detrattori".»

Sono solo d'accordo con Long su una questione, ovvero che di fatto Rothbard si starebbe rigirando nella tomba all'udire i suoi punti di vista descritti come "egualitari", in tutti gli aspetti, e cose del genere. Poichè se c'è qualcosa di chiaro circa i punti di vista di Rothbard, è che lui era un oppositore, e non un sostenitore, di questa dottrina. Long "ha successo" nell'adattamento di Rothbard in questa posizione solo grazie ad una definizione stipulativa: egli ridefinisce l'egualitarianismo, o l'eguaglianza, come non-aggressione e poi, correttamente, insiste che sotto il libertarianismo tutti vorremmo, ricchi e poveri, nati fortunati e non, avere diritti uguali contro i quali non bisognerebbe essere aggrediti. Vero, ma non c'è bisogno di sforare nell'egualitarianismo o uguaglianza per affermare questo eminente punto libertario.

Long, comunque, erra nella sua analisi delle autorità. Il datore di lavoro ha autorità sull'impiegato. Come il direttore d'orchestra con i musicisti. Questo tipio di autorità non è del tutto problematica, in ciò si va dall'adesione volontaria per sottomettersi poi all'autorità di questi altri; per esempio, al datore di lavoro, al capo, il direttore, al caposquadra, etc. Se Long sta usando la parola "autorità" per presentare una qualsiasi altra relazione rispetto a questa, altrimenti lui sta solamente esprimendo, ancora una volta, l'assioma libertario della non-aggressione.


e. Femminismo


Secondo Long e Johnson:

«"...le tradizioni politiche del libertarianismo e femminismo sono entrambe principalmente corrette, acute, e di prima importanza in ogni battaglia per costruire una società giusta, libera e compassionevole. Non intendiamo provare a giustificare il significato di entrambi i termini, nemmeno provare la correttezza o l'acutezza del principio di non-aggressione, la critica libertaria sulla coercizione statale, la realtà e la diffusione della violenza maschile e la discriminazione contro le donne, o la critica femminista sulla società patriarcale".»

Rothbard si sarebbe rivoltato nella tomba alla possibilità che il femminismo fosse appoggiato dai "libertari". Altrimenti come avrebbe potuto scrivere queste parole: "...il perfetto non-senso della Liberazione delle Donne".

Si, alcuni uomini violentano alcune donne e le suddette guadagnano meno degli uomini, in generale, ma c'è veramente una lunga strada da fare prima che il libertarianismo da questi discernimenti abbracci il femminismo, in tutti gli aspetti. Non può essere negato, inoltre, che se le donne soffrono al paragone con gli uomini in queste situazioni, loro sono su un piano nettamente superiore per ciò che concerne il suicidio, la depressione, la carcerazione, la malattia mentale e la lunghezza della vita.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


(1). Link alla Prima Parte

(2). Link alla Terza Parte

(3). Link alla Quarta Parte

(4). Link alla Quinta Parte




Nessun commento:

Posta un commento