mercoledì 23 giugno 2010
Troppo Governo nei disastri
Ron Paul aggiorna i suoi lettori circa il disastro del Golfo del Messico, analizzando i danni ed il ruolo del governo in tutta la vicenda.
Tirando le somme il ruolo dello Stato, alla fine della storia, è sempre il solito e, purtroppo, anche quello dei contribuenti.
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di Ron Paul
Purtroppo il disastro nel Golfo del Messico continua anche questa settimana, nel frattempo gli sforzi della BP nel contenimento della falla continuano ad incontrare intoppi ed i residenti lungo la costa si accapigliano per pulire le spiaggie e salvaguardare la propria vita. Molti hanno criticato il governo federale durante le scorse settimane per non aver fatto abbastanza. La realtà è che di governo ce n'è tanto, fin troppo anche e la conseguenza di ciò può solo prolungare il problema ed indirizzare il dolore nella parte sbagliata. Per esempio, nel tentativo "di fare qualcosa" l'amministrazione di governo ha emanato un divieto unilaterale per le perforazioni in mare aperto. Questo è controproducente. Sono orgoglioso di partecipare alla rimozione di suddetto divieto. Perchè punire altre compagnie petrolifere ed i loro lavoratori che non hanno avuto niente a che fare con quel disastro e, soprattutto, hanno migliori regole sulla sicurezza?
E, come di solito accade dopo i disastri, molte persone -- perfino ufficiali di governo locale e statale -- sono venute a conoscenza di chi sapeva cosa bisognava fare e vorrebbero aiutare, ma sono stati ostacolati da rigidi burocrati federali mentre il petrolio continuava a sgorgare. Il vero problema non è tanto la mancaza di assistenza governativa, ma la mancata presa in considerazione di quelle persone che hanno le soluzioni. Si è assistito allo stesso fenomeno durante gli uragani Katrina ed Ike. Sembra che il ruolo principale del governo in queste situazioni sia trovare scuse per prendere tempo, organizzare meetings e conferenze stampa, sprecare denaro, punire le persone sbagliate e sovra-regolare.
Nonostante i vari esempi di incompetenza del passato, le persone ancora si affidano ai governi per risolvere i problemi quando ci sono simili disastri. Un governo che cerca di essere tutte le cose per tutte le persone potrebbe causare un circolo di crescente dipendenza, ma ultimamente fa solo del male alle persone che dovrebbe servire, le quali aspettano senza speranza la salvezza da Washington.
Il governo potrebbe dare una mano punendo i gruppi pienamente responsabili dei danni e pulire le coste. Sono speranzoso che gli sforzi per fare ciò sono genuini e la BP sia veramente ritenuta responsabile per tutti i danni, e non protetta o rimborsata sottobanco con i soldi dei contribuenti. Sfortunatamente, una grande somma dei soldi delle tasse, che dovrebbero finire nelle casse della BP, è stata convogliata nell'imminente conto supplementare per la pulitara del Golfo. I contribuenti non dovrebbero soccorrere un delle più grandi compagnie petrolifere che ha causato un tale disastro alle nostre spiagge.
E' da notare che la BP non è esattamente un bastione di libero mercato. Piuttosto sono molto interessati nell'acquisizione di sussidi governativi, di politiche di favore, e dell'impastoiamento dei meccanismi di competizione. BP è anche stata una delle maggiori influenzatrici del sistema cap-and-trade, al fine di far approvare una certa serie di provvedimenti nella legislazione dai quali avrebbe tratto profitto. Pensando a chi fa pressioni per loro e per cosa fa pressioni, la mia preoccupazione è che ciò possa intaccare il fatto che loro siano pienamente e strettamente responsabili del disastro facendo finire il tutto come un misero gioco delle tre carte, lasciando i contribuenti cornuti e mazziati.
Se l'idea di azione del governo è di punire gli innocenti, salvando i colpevoli, ed incrementando i prezzi alla pompa per tutti, è meglio pretendere che loro facciano di meno e non di più. Recenti sondaggi mostrano chiaramente un consenso calante per le perforazioni in mare aperto. Si ha ancora bisogno di petrolio e tanti buoni lavori dipendono dalla produzione dello stesso. E' cruciale per la nostra economia. Ma se gli incidenti continuano ad essere affrontati in questo modo, diviene facile capire come in molti vedano maggiori costi che benefici nelle perforazioni in mare aperto e ciò è una tragedia.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
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